Libertà di espressione: il motore di tutti i diritti umani
Quest’anno ricorre il 30° anniversario della Giornata internazionale della libertà di stampa. Promossa dall’ONU, la giornata ruota attorno alla libertà di espressione come forza trainante di tutti gli altri diritti umani. Se l'accesso all'informazione è essenziale in tempi di pace, diventa vitale in situazioni di conflitto. Nicolas Bideau, capo della divisione Comunicazione del DFAE, condivide le sue riflessioni sul tema.
La Svizzera è impegnata a livello internazionale come membro della Media Freedom Coalition e della Freedom Online Coalition. © Keystone
Sono appena le otto del mattino: una giovane ticinese sta già twittando il risultato dell'ultima partita del FC Lugano, un romando condivide su Facebook un articolo sulle recenti elezioni cantonali a Ginevra e un ragazzo svizzero-tedesco ha appena pubblicato una storia su Instagram per commentare la visita di Obama a Zurigo. La libertà di espressione è un diritto che ci accompagna nella vita quotidiana. La Giornata internazionale della libertà di stampa del 3 maggio, promossa dalle Nazioni Unite, definisce proprio questa libertà come il motore per la protezione di tutti gli altri diritti umani.
«È essenziale ricordare il ruolo centrale della libertà di stampa e dei media nella promozione dei diritti umani, della democrazia, dello sviluppo sostenibile e della salvaguardia della pace», sottolinea il capo di Comunicazione DFAE Nicolas Bideau. In effetti, se l'accesso a informazioni affidabili è importante in tempi di pace, diventa vitale in situazioni di conflitto. Ecco spiegato perché.
Il ruolo dei media nelle situazioni di conflitto
Quante guerre sono state combattute sulla base della disinformazione? Quanti conflitti sono alimentati dalla propaganda contro singoli individui o contro una nazione?
L'accesso a un'informazione indipendente e di qualità è purtroppo sempre più minacciato in tutto il mondo. I professionisti dei media sono spesso soggetti a intimidazioni, molestie online o aggressioni. La disinformazione e la diffusione capillare di menzogne o fake news sono in aumento e le limitazioni parziali o totali dell’accesso a Internet sta diventando eventi all’ordine del giorno. In questo momento, la gestione delle informazioni relative all'aggressione militare contro l'Ucraina e il confronto militare in Sudan confermano questa tendenza.
«Un'informazione affidabile permette alla popolazione civile nelle zone di crisi di prendere le decisioni giuste per la loro sicurezza e quella dei loro familiari», afferma Nicolas Bideau. La disinformazione, invece, semina odio e confusione e inasprisce la violenza. «Complica il lavoro delle organizzazioni umanitarie, mettendo a rischio la sicurezza del loro personale sul campo. Inoltre, ostacola l'accesso e il sostegno alle persone più vulnerabili», prosegue. Ecco perché il ruolo dei media diventa centrale: la Svizzera si impegna a proteggerli.
Impegno multilaterale per la libertà di stampa
Per fornire informazioni di qualità, i professionisti dei media devono poter svolgere il loro lavoro liberamente, senza intimidazioni. Devono essere protetti e rispettati, anche nelle zone di conflitto. Il loro contributo alla diffusione di fatti verificati e dati affidabili è fondamentale per combattere le fake news che tendono a polarizzare la società.
«Gli Stati devono sforzarsi di fornire condizioni quadro favorevoli ai media, in modo che possano basare le loro analisi su fonti di informazione indipendenti e diversificate», afferma Nicolas Bideau. È in questo spirito che la Svizzera ha pubblicato il suo primo Piano d'azione nazionale per la sicurezza dei professionisti dei media in Svizzera. Le aree d'azione del piano comprendono il riconoscimento del ruolo e della professione dei professionisti dei media e una migliore protezione contro le minacce online e i discorsi d'odio, da cui le giornaliste sono particolarmente colpite.
Da molti anni la Svizzera sostiene l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa nell'ambito della libertà di stampa e in particolare il progetto «Safety of Female Journalists online ». Dall'anno scorso sosteniamo anche la piattaforma del Consiglio d'Europa per il rafforzamento della protezione del giornalismo e della sicurezza dei giornalisti. Infine, la Svizzera è impegnata a livello internazionale come membro della «Media Freedom Coalition» e della «Freedom Online Coalition», che si dedicano alla protezione e alla promozione della libertà dei media e della libertà di espressione, offline e online.
Le azioni della Svizzera in questo ambito si iscrivono nella Strategia di politica estera 2020-2023 e nelle Linee guida sui diritti umani 2021-2024 del DFAE.