La posizione della Svizzera sul Trattato per la proibizione delle armi nucleari
La Svizzera partecipa come osservatrice alla prima Conferenza degli Stati parte del Trattato per la proibizione delle armi nucleari che si svolge dal 21 al 23 giugno 2022. Le ragioni per cui finora il nostro Paese non ha firmato questo trattato internazionale sono molteplici. Il documento ha già sollevato varie controversie in passato. Una spiegazione.
Una testata nucleare pronta al lancio in un silo missilistico. © Keystone
La guerra in Ucraina sta mostrando che la minaccia nucleare è ancora reale, nonostante la fine della guerra fredda. La Svizzera si impegna per un disarmo totale, con l’obiettivo di liberare il mondo da questo tipo di armi, facendo leva innanzitutto sulla propria tradizione umanitaria. È infatti difficile immaginare che le armi nucleari possano essere utilizzate senza violare il diritto internazionale umanitario. Il disarmo nucleare completo è tuttavia ancora molto lontano ed è necessario imprimere un nuovo slancio all’attuazione degli accordi esistenti.
Dal 21 al 23 giugno 2022 si svolge a Vienna la prima Conferenza degli Stati parte del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), a cui la Svizzera partecipa come osservatrice. L’obiettivo del TPNW è promuovere il disarmo. Il Trattato vieta, tra le altre cose, lo sviluppo, i test, la produzione, il trasferimento, il possesso e l’utilizzo di armi nucleari, e la minaccia di utilizzarle.
Obiettivi importanti ma scarso sostegno internazionale
L’obiettivo del TPNW è importante ma il suo approccio, che lascia in ombra le questioni legate alla sicurezza per mettere in primo piano gli aspetti umanitari, è stato controverso fin dall’inizio. Ecco perché tutte le potenze nucleari e gran parte dei Paesi alleati hanno preso le distanze dai negoziati sul TPNW. Inoltre, ci sono pochi segnali che le grandi potenze possano essere impressionate da questo trattato. La Svizzera, come la maggior parte degli Stati occidentali, non ha ancora firmato il TPNW e questa scelta in passato ha suscitato critiche. Le ragioni di questa decisione sono molteplici.
- Il TPNW, entrato in vigore nel 2021, prevede un divieto totale, il cui valore aggiunto dal punto di vista del disarmo non è ancora stato chiarito. Finora è stato ratificato da 61 Stati tra i quali non si conta nessun Paese occidentale. Nella maggior parte dei casi si tratta di Stati dell’emisfero meridionale. Come la Svizzera, anche la Svezia e la Finlandia per il momento sono solo osservatrici.
- Rispetto al TPNW, il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), che risale al 1968, ha una base molto più ampia, contando 191 Stati membri, tra cui cinque potenze nucleari (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito). A differenza del TPNW, il TNP non vieta le armi nucleari, ma chiede agli Stati firmatari di impegnarsi per la non proliferazione di questo tipo di armi e garantisce l’uso pacifico della tecnologia nucleare. Il TNP è la pietra angolare dell’architettura di sicurezza globale.
- Non è ancora chiaro se il TPNW possa garantire il disarmo, così come non è possibile dire quale potrebbe essere il suo impatto sul TNP. La Svizzera ritiene che sarebbe controproducente se l’introduzione di una norma più severa (e con minore sostegno internazionale) rendesse più difficile applicare il TNP.
Il Consiglio federale deciderà in merito all’adesione al TPNW all’inizio del 2023
La guerra in Ucraina mette in evidenza l’importanza di un’attento esame della situazione prima di aderire al TPNW. Occorre analizzare i possibili effetti positivi sul disarmo e le possibili ripercussioni negative sul TNP. L’esperienza della Svizzera come osservatrice alla Conferenza degli Stati parte a Vienna è importante da questo punto di vista, perché il nostro Paese si adopera affinché tra i due trattati si crei un nesso costruttivo. Importante sarà anche la partecipazione alla Conferenza di revisione del TNP che si svolgerà nell’agosto di quest’anno. Si cercherà di capire se il TPNW ostacola il TNP. Sulla base di un rapporto dell’Amministrazione federale, all’inizio del 2023 il Consiglio federale deciderà se ratificare o meno il TPNW.