Liberare il mondo dalle armi atomiche è un progetto a lungo termine.
Il 22 gennaio entra in vigore il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari. Per il momento la Svizzera non aderisce a questo trattato che è stato negoziato senza le potenze nucleari e i loro alleati. È disposta a riconsiderare la sua posizione, ma nel frattempo continua a lavorare in vari modi a favore del controllo degli armamenti e del disarmo nucleare, una priorità della sua politica estera. Alcune informazioni sul tema.
La Svizzera appoggia l’obiettivo di un mondo senza armi atomiche. © Keystone
La Svizzera, con la sua lunga tradizione di sostegno al diritto umanitario e al disarmo, condivide l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari. La sua scelta di non aderire per il momento al Trattato delle Nazioni Unite, che punta a vietare questo tipo di armi in tutto il mondo, può sembrare in contraddizione con questo obiettivo. Ma non è così. La Svizzera si adopera attivamente e in vari modi per raggiungerlo.
Adesione di 51 Stati, ma non delle potenze nucleari
Tutto è iniziato nel 2017. Le Nazioni Unite, dopo il voto di 122 Stati membri, tra cui la Svizzera, approvano il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, TPNW). Il documento chiede il divieto totale dello sviluppo e dello stoccaggio di questo tipo di armi nonché della minaccia di farne uso.
Cinquantuno Stati hanno ratificato il Trattato, consentendone l’entrata in vigore il 22 gennaio 2021. Nessuno dei Paesi che possiedono armi nucleari, come gli Stati Uniti, la Russia, il Regno Unito o la Francia, lo ha firmato o ratificato. Vi aderiscono tre Stati europei, Austria, Irlanda e Malta. La Finlandia non ha partecipato ai negoziati. La Svezia, un Paese che, come la Svizzera, è molto attivo sul fronte del disarmo nucleare, ha deciso, dopo studi approfonditi, di non firmarlo.
Per la Svizzera, che non dispone di armi nucleari, il valore del Trattato è incerto. Il nostro Paese auspica che il maggior numero possibile di attori si unisca agli sforzi di disarmo, in particolare le potenze nucleari, senza le quali non è possibile arrivare a una rinuncia completa a queste armi. Il Consiglio federale ha deciso di riesaminare il Trattato e il suo possibile impatto. Il suo obiettivo è soprattutto accertarsi che il nuovo documento non pregiudichi l’attuazione di un altro accordo internazionale fondamentale, il Trattato di non proliferazione nucleare. Questo strumento, che conta 191 Stati firmatari, tra cui la Svizzera e tutti gli Stati dotati di armi nucleari, rimane la pietra angolare dell’ordinamento giuridico internazionale elaborato ai fini del disarmo nucleare. La Svizzera si pronuncerà dunque nuovamente sulla questione una volta conclusi questi lavori.
Disarmo e non proliferazione: una lunga tradizione svizzera
Liberare il mondo dalle armi atomiche è un progetto a lungo termine; un lavoro multilaterale che fa leva su un’architettura complessa basata sul diritto internazionale. Il suo scopo è prevenire la diffusione delle armi nucleari e incitare gli Stati dotati di queste armi a eliminarle. La Svizzera propone una serie di tappe concrete, è molto attiva nel cercare di ridurre progressivamente i rischi associati alle armi nucleari e si concentra sull’attuazione del Trattato di non proliferazione. È anche coinvolta nello sviluppo di metodi di verifica, che sono imprescindibili in questo campo.
Il disarmo nucleare è una priorità della Strategia di politica estera 2020–2023 ed è in linea con i valori e gli interessi fondamentali della Svizzera, in particolare in materia di sicurezza, con la sua tradizione umanitaria e con l’esigenza di far rispettare, rafforzare e promuovere il diritto internazionale umanitario.
Link
- Disarmo e non proliferazione, DFAE
- Disarmo e non proliferazione, Missione permanente della Svizzera presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra (fr)
- Strategia di politica estera 2020–2023, DFAE
- Il Consiglio federale rinuncia per il momento a firmare il trattato sulla proibizione delle armi nucleari, comunicato stampa, Consiglio federale, 15.8.2018