L’ambasciatore Heidi Grau nominata inviata speciale della presidenza dell’OSCE in Ucraina e nel Gruppo di contatto trilaterale
La presidenza svedese dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha nominato l’ambasciatore Heidi Grau inviata speciale in Ucraina e nel Gruppo di contatto trilaterale. La diplomatica svizzera, esperta di questioni riguardanti l’Europa dell’Est, porta avanti il lavoro per mediare una soluzione al conflitto nell’Ucraina orientale.
Hofburg di Vienna: sede delle riunioni regolari del Consiglio permanente, il principale organo decisionale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). © OSZE/Curtis Budden
L’ambasciatore Heidi Grau è stata nominata inviata speciale per l’Ucraina dalla presidenza dell’OSCE, che nel 2021 è detenuta dalla Svezia.
La presidenza dell’OSCE è esercitata a turno, per un anno civile, dallo Stato partecipante designato con decisione del Consiglio dei ministri. La funzione di presidente in carica è esercitata dal o dalla responsabile della politica estera dello Stato interessato, attualmente Ann Linde, ministra degli esteri della Svezia.
Un successo per la diplomazia svizzera
Con la nomina da parte della presidenza svedese, il mandato dell’inviata speciale svizzera viene prorogato di un anno. L’ambasciatore Heidi Grau era infatti stata nominata per la prima volta dalla presidenza albanese nel dicembre del 2019. In qualità di inviata speciale la diplomatica, che vanta una comprovata esperienza nelle questioni riguardanti l’Europa dell’Est, guiderà gli sforzi del Gruppo di contatto trilaterale per la mediazione di una soluzione pacifica al conflitto nell’Ucraina orientale.
La nomina di Heidi Grau nella funzione di inviata speciale può essere intesa anche come espressione della grande stima di cui gode la diplomazia svizzera all’interno dell’OSCE e in generale.
I mandati come quello affidato all’inviata speciale Heidi Grau godono di un ampio riconoscimento internazionale. Le attività di mediazione a livello nazionale e internazionale illustrano inoltre, in modo eloquente, cosa significhi nella pratica impegnarsi per la pace e la sicurezza nel quadro della capacità della politica estera della Svizzera di costruire ponti.
La Svizzera si impegna per costruire le basi per promuovere pace e sicurezza
L’impegno della Svizzera nel quadro dell’OSCE si basa sui principi della sua Strategia di politica estera 2020–2023: vista l’instabilità del contesto internazionale, la Svizzera si adopera per costruire le basi di un mondo pacifico e sicuro. La pace, lo Stato di diritto e la sicurezza costituiscono i pilastri della prosperità e dello sviluppo sostenibile.
L’OSCE svolge un ruolo fondamentale per la sicurezza in tutta l’Europa, ma anche per la Svizzera. La diplomazia del nostro Paese si impegna per favorire il buon funzionamento dell’organizzazione e ne rafforza la capacità d’azione, poiché dispone di molteplici strumenti per gestire le crisi e i conflitti. Questa capacità è cruciale in situazioni come quelle in Bielorussia e nel Nagorno-Karabakh, così come per il conflitto nell’Ucraina orientale.
Negoziati di pace ufficiali nel Gruppo di contatto trilaterale
Il conflitto armato nell’Ucraina orientale si protrae dal 2014. Secondo l’ONU, oltre 13 000 persone ne sono state vittima fino a oggi.
I negoziati di pace ufficiali si svolgono in seno al Gruppo di contatto trilaterale, con i suoi quattro gruppi di lavoro cui partecipano anche rappresentanti delle zone non controllate dal Governo nell’Ucraina orientale. Il gruppo di lavoro sulle questioni umanitarie è presieduto dall’ambasciatore svizzero Toni Frisch, il cui mandato è anch’esso stato prorogato dalla presidenza svedese. Da inizio marzo del 2020 i negoziati sono condotti in videoconferenza, poiché la crisi del coronavirus impedisce gli spostamenti.
Le trattative del Gruppo di contatto trilaterale, nel quale siedono l’Ucraina e la Russia, sono condotte dall’OSCE, dal gennaio 2020 nella persona dell’ambasciatore Heidi Grau. Lavorando con discrezione e competenza, in questo e in altri casi simili è possibile conquistare la fiducia e il riconoscimento di tutte le parti in causa. Si possono così creare i presupposti per far avanzare il processo di pace.
L’OSCE in breve
- 1975: nasce la Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE), che nel1994 viene rinominata Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE);
- Organizzazione regionale per la sicurezza ai sensi del capitolo VIII dello Statuto delle Nazioni Unite;
- 57 Stati partecipanti: oltre a tutti i Paesi europei, anche gli Stati Uniti, il Canada e tutti gli Stati nati dalla dissoluzione dell’Unione sovietica;
- 6 Paesi del Bacino del Mediterraneo con statuto di partner: Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto, Giordania e Israele 6 Paesi asiatici: Afghanistan, Giappone, Thailandia, Mongolia, Corea del Sud, Australia;
- 16 missioni sul campo, soprattutto nei Balcani, nel Caucaso meridionale e in Asia centrale;
- Budget annuo: circa 150 milioni di Euro (di cui circa il 70 % destinato alle attività sul campo);
- Piano globale di sicurezza a tre dimensioni:
- dimensione politico-militare;
- dimensione economica e ambientale;
- dimensione umana (diritti umani e democratizzazione)
- Ruolo chiave della presidenza di turno, che dirige di fatto; l’organizzazione
- Principio del consenso.