Sistema politico e modalità di funzionamento
Le competenze e le responsabilità dell’Unione europea (UE) sono definite in trattati concordati di comune accordo da tutti gli Stati membri. A seconda dell’ambito politico, cambiano le modalità di funzionamento, le competenze e le procedure di voto. All’UE compete in particolare tutto ciò che attiene al mercato interno europeo e alla politica monetaria dell’eurozona. L’UE si finanzia attraverso i contributi versati dagli Stati membri e le entrate provenienti dai dazi doganali e dall’imposta sul valore aggiunto.
In quanto associazione sovranazionale di Stati sovrani, l’UE non può definire autonomamente le proprie competenze. Sono infatti gli Stati membri a trasferirle all’Unione. Secondo il principio dell’attribuzione delle competenze, le istituzioni dell’UE possono intervenire solo negli ambiti espressamente indicati nei trattati, che costituiscono il cosiddetto diritto primario europeo.
Le procedure legislative dell’UE sono strutturate di conseguenza. I regolamenti dell’UE si applicano in tutti gli Stati membri. Questi ultimi sono tenuti a dare attuazione alle direttive UE nella propria legislazione nazionale. Per l’interpretazione del diritto dell’UE è competente, in ultima istanza, la Corte di giustizia dell’Unione europea.
In virtù della personalità giuridica di cui dispone dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, l’UE può sottoscrivere accordi internazionali per i quali sono tuttavia necessarie una decisione del Consiglio dei ministri e la consultazione o l’approvazione del Parlamento. Tramite il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), l’UE può inoltre allacciare relazioni diplomatiche con altri Stati e presentare domande di adesione a organizzazioni internazionali.
Diritto dell’UE e diritto nazionale
A seconda dell’ambito politico, cambiano le modalità di funzionamento, le competenze e le procedure di voto. Nei casi in cui, in virtù dei trattati, l’UE dispone della competenza legislativa in un determinato campo, gli atti normativi decisi dalla Commissione, dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento sono giuridicamente vincolanti per gli Stati membri e prevalgono sul diritto nazionale.
In altri ambiti, come la politica estera e di sicurezza comune, è prevista solamente una collaborazione coordinata a livello interstatale. In linea di principio, il Consiglio europeo adotta le decisioni all’unanimità. Queste, pur non essendo giuridicamente vincolanti per gli Stati membri, lo sono politicamente. L’attuazione delle decisioni spetta al Servizio europeo per l’azione esterna.
Se, in un determinato campo, l’UE non dispone di competenze legislative, in seno al Consiglio dei ministri e alla Commissione avviene solamente una votazione informale, che può sfociare unicamente in raccomandazioni e orientamenti non vincolanti.
Che cosa compete all’UE?
Secondo quanto previsto dai trattati, tra le competenze esclusive dell’UE rientrano l’unione doganale, la disciplina della concorrenza per il funzionamento del mercato interno sulla base delle quattro libertà fondamentali, la politica monetaria per gli Stati membri della cosiddetta «eurozona», la politica comune nel settore della pesca che mira alla conservazione delle risorse biologiche marine e la politica commerciale comune.
Rientrano invece tra le competenze condivise dall’UE e dagli Stati membri diversi altri ambiti quali il mercato interno, alcuni aspetti della politica sociale, agricoltura e pesca, ambiente, protezione dei consumatori, trasporti, energia, ricerca, nonché lo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia.
Gli Stati membri mantengono le competenze non trasferite all’Unione, a meno che non sia impossibile per il singolo Stato raggiungere gli obiettivi in questione (principio di sussidiarietà).
L’UE ha la facoltà di coordinare, completare o sostenere le misure adottate dagli Stati membri nei loro ambiti di competenza, nei settori della cultura, del turismo, della protezione civile, nonché dell’educazione e della formazione professionale, della gioventù e dello sport. Gli Stati membri sono inoltre tenuti a coordinare la propria politica economica all’interno dell’UE.
Bilancio dell’UE
L’UE non ha la facoltà di imporre imposte e tasse, e le sue entrate sono rappresentate dai contributi degli Stati membri, da una quota del gettito dell’imposta sul valore aggiunto di questi ultimi e dai dazi doganali riscossi alle frontiere esterne. A differenza dei singoli Stati, l’UE deve sempre presentare un bilancio in pareggio e non può quindi indebitarsi. Il bilancio annuale viene approvato congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri. I due organi sono inoltre chiamati ad adottare un quadro finanziario vincolante valido per sette anni.
Il 90 per cento circa delle entrate ritorna agli Stati membri. In questo modo, l’UE punta a compensare le differenze di prosperità tra i singoli Paesi e questo suscita frequenti discussioni, sul fronte delle entrate come su quello delle uscite, tra contribuenti netti e beneficiari netti. La maggior parte delle sovvenzioni europee è destinata all’agricoltura, allo sviluppo rurale, alla coesione economica, sociale e territoriale, alla ricerca e alla formazione.