Nella seduta odierna, il Consiglio federale ha ribadito che relazioni stabili e prevedibili con l’UE e i suoi Stati membri rappresentano una necessità strategica. Ciò è riconducibile da un lato all’importanza delle relazioni bilaterali con l’UE e dei suoi effetti positivi sulla prosperità, sulla stabilità e sulla sicurezza in Svizzera, e dall’altro alla situazione geopolitica internazionale, che impone alla Confederazione di gettare basi salde e sicure dal punto di vista del diritto per la cooperazione con gli Stati membri dell’UE e, in particolare, con i Paesi vicini.
Per il buon andamento di un’economia aperta come quella svizzera, con materie prime limitate e un mercato interno di ridotte dimensioni, la partecipazione ai mercati esteri svolge una funzione essenziale. La Svizzera si adopera affinché questa partecipazione sia quanto più ampia e diversificata possibile a livello geografico, così da rafforzare anche la capacità di resistenza in situazioni di crisi. Allo stesso tempo, la Confederazione si concentra sui Paesi e sulle regioni per lei più importanti dal punto di vista economico e della politica commerciale. Con una quota pari a circa il 53 per cento del commercio di beni e servizi, l’UE è di gran lunga il principale partner commerciale della Svizzera. Inoltre, quello dell’UE è uno dei più grandi mercati interni del mondo.
La via bilaterale rimane l’opzione migliore
Dopo aver deciso, nel maggio del 2021, di interrompere i negoziati sull’accordo quadro istituzionale, il Consiglio federale ha nuovamente vagliato le diverse opzioni possibili, ovvero proseguire la via bilaterale, aderire allo Spazio economico europeo (SEE) o all’UE, firmare un accordo di libero scambio di vasta portata o non agire affatto. È quindi giunto alla conclusione che la via bilaterale, che da 25 anni contribuisce in maniera determinante al successo della Svizzera, rimane la soluzione più vantaggiosa. L’Esecutivo ritiene in particolare che decidere di non fare nulla non sarebbe nell’interesse del Paese. Una mancata azione non si tradurrebbe infatti nel mantenimento dello status quo, bensì in una partecipazione sempre più limitata al mercato interno e in una riduzione delle cooperazioni, il che avrebbe effetti negativi sulla sicurezza, sulla prosperità e sull’indipendenza della Svizzera.
Il pacchetto Svizzera-UE quale fattore di stabilizzazione
Con il pacchetto Svizzera-UE il Consiglio federale vuole stabilizzare e sviluppare ulteriormente la via bilaterale, dimostratasi efficace. Il pacchetto non costituisce un cambio di rotta della politica estera svizzera ed è, al contrario, espressione di continuità nell’ambito di relazioni su misura con l’UE. Con esso, la Svizzera può raggiungere il suo obiettivo chiave in fatto di politica europea: una partecipazione reciproca al mercato interno in settori chiaramente definiti e cooperazioni in specifici ambiti di interesse, mantenendo il più ampio margine di manovra politico possibile. Non è pertanto necessaria una modifica della Costituzione. Misure di accompagnamento a livello nazionale nel campo della protezione dei salari, dell’immigrazione, dei trasporti terrestri e dell’energia elettrica consentono inoltre di salvaguardare gli interessi essenziali della Svizzera. In aggiunta, il settore agrario dell’accordo agricolo allargato è escluso dal recepimento dinamico del diritto e la qualità del servizio pubblico è mantenuta. Il pacchetto è composto da una parte relativa alla stabilizzazione e una relativa allo sviluppo delle relazioni.
La parte relativa alla stabilizzazione prevede:
(a) l’inserimento a livello settoriale degli elementi istituzionali negli accordi relativi al mercato interno esistenti sulla libera circolazione delle persone, sull’abolizione degli ostacoli tecnici al commercio, sui trasporti terrestri e sul trasporto aereo, nel rispetto delle eccezioni, delle garanzie e dei principi definiti; (b) l’inclusione di disposizioni sugli aiuti di Stato negli accordi esistenti sui trasporti terrestri e sul trasporto aereo; (c) la stipula di accordi di cooperazione nei settori della ricerca, della formazione e dello spazio extra-atmosferico; (d) la regolarizzazione del contributo svizzero per rafforzare la coesione nell’UE.
La parte relativa allo sviluppo rispecchia invece l’interesse della Svizzera ad ampliare in maniera mirata le relazioni bilaterali con l’UE e comprende:
(a) nuovi accordi relativi al mercato interno nei settori dell’energia elettrica (inclusi elementi istituzionali e aiuti di Stato) e della sicurezza alimentare (inclusi elementi istituzionali); (b) un nuovo accordo di cooperazione nel settore della sanità.
Il Consiglio federale intende anche potenziare lo scambio politico con l’UE e, a tale scopo, il pacchetto prevede l’istituzione di un dialogo ad alto livello (ministeriale) e una cooperazione parlamentare istituzionalizzata.
95 atti legislativi dell’UE e 35 leggi svizzere
Gli accordi tra la Svizzera e l’UE sono stati parafati il 21 maggio 2025 e oggi il Consiglio federale li ha approvati. Fanno parte della documentazione relativa alla procedura di consultazione, che comprende anche i testi degli atti svizzeri necessari e un rapporto esplicativo. La procedura di consultazione si svolgerà fino al 31 ottobre 2025 presso i Cantoni, i partiti politici, le associazioni mantello nazionali dei Comuni, delle città e delle regioni di montagna, le associazioni mantello nazionali dell’economia e altri gruppi d’interesse pertinenti. I riscontri saranno analizzati in vista dell’elaborazione del messaggio definitivo all’attenzione delle Camere federali.
Nell’ambito del pacchetto teso a stabilizzare e sviluppare le relazioni bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea, gli atti legislativi (atti giuridici dell’UE con carattere legislativo) rilevanti per la Confederazione sono 95. Ai fini dell’attuazione del pacchetto sono previste la modifica di 32 leggi svizzere (di cui 12 subiranno modifiche importanti e 20 solo adeguamenti di minore entità) e l’emanazione di tre nuove leggi. Tali leggi sono riportate nel progetto in consultazione, unitamente agli accordi in questione e agli atti legislativi interessati dell’UE. Il 30 aprile 2025 il Consiglio federale si è espresso a favore di un referendum facoltativo sui trattati internazionali per il pacchetto Svizzera-UE.
Vantaggi del pacchetto per l’economia svizzera
In vista dell’avvio della procedura di consultazione e alla luce degli stretti legami economici con l’UE, sono stati commissionati cinque studi esterni sulle ripercussioni economiche del pacchetto, i cui risultati sono confluiti nel rapporto esplicativo pubblicato oggi. Mentre lo studio riguardante il recepimento parziale della direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE valuta le ripercussioni sulle istituzioni statali, gli altri studi concludono chiaramente che il pacchetto avrebbe un impatto positivo sull’economia della Svizzera.
Secondo i modelli di calcolo, in assenza degli Accordi bilaterali I e con un declassamento della Svizzera nel settore della ricerca a Stato terzo non associato, nel 2045 il prodotto interno lordo (PIL) svizzero sarebbe inferiore del 4,9 per cento rispetto al dato che si otterrebbe con accordi funzionanti e un’associazione completa.
Per quel che concerne l’economia, nella parte relativa allo sviluppo è rilevante in particolare l’Accordo sull’energia elettrica, che migliora la sicurezza dell’approvvigionamento e si traduce in prezzi dell’elettricità tendenzialmente più bassi. Questi ultimi influiscono positivamente sull’attività economica, aumentano la competitività dell’economia svizzera e accrescono il potere d’acquisto delle famiglie. Con la garanzia delle capacità di transito, giuridicamente vincolante ai sensi del diritto internazionale, nel periodo tra il 2030 e il 2050 potrebbero essere conseguiti, potenzialmente, utili commerciali aggiuntivi fino a più di 1 miliardo di franchi all’anno. Con l’Accordo sull’energia elettrica, nel 2050 i prezzi dell’elettricità potrebbero essere fino al 14 per cento inferiori in confronto a uno scenario senza accordo.
Prossime tappe
La Svizzera e l’UE hanno definito una serie di regole transitorie relative all’entità del loro partenariato per la fase dalla fine del 2024 all’entrata in vigore del pacchetto. A tale proposito, il 24 giugno 2025 il Consiglio federale e la Commissione europea firmeranno a Bruxelles una dichiarazione comune con effetto retroattivo.
L’Esecutivo firmerà verosimilmente nel mese di novembre l’Accordo sui programmi UE (EUPA), che ha approvato il 9 aprile 2025. La firma consentirà alla Svizzera di partecipare retroattivamente come Stato associato ai programmi Orizzonte Europa, Euratom ed Europa Digitale dal 1° gennaio 2025.
La firma degli altri accordi e protocolli tra la Svizzera e l’UE, così come l’adozione del messaggio all’attenzione del Parlamento, è prevista per il primo trimestre del 2026.
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