L’OCSE pubblica un rapporto di revisione sulla cooperazione internazionale della Svizzera

Comunicato stampa, 16.06.2025

Il 16 giugno 2025 l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha pubblicato il rapporto di revisione sulla cooperazione internazionale (CI) della Svizzera. La cosiddetta «peer review» si svolge nell’ambito di un esame periodico universale a cui si sottopongono ogni sei anni i 33 membri del Comitato di aiuto allo sviluppo dell’OCSE (CAS). Il rapporto riconosce il continuo sviluppo della CI svizzera e formula raccomandazioni.

Circa ogni sei anni nelle «peer review» vengono analizzati il metodo di lavoro, l’orientamento strategico, il finanziamento e l’efficacia della CI di un Paese membro del CAS e vengono formulate raccomandazioni. L’attuale rapporto sulla CI della Svizzera sottolinea che la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) si coordinano meglio, che l’aiuto umanitario e la cooperazione allo sviluppo sono maggiormente connessi e che il sistema esistente di misurazione dell’efficacia è stato ulteriormente sviluppato. Gli strumenti della Divisione Pace e diritti umani (DPDU) del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sono citati come esemplari.

Secondo il rapporto, i punti di forza della CI svizzera nel confronto internazionale sono l’orientamento a lungo termine dei programmi svizzeri in contesti instabili e la competenza del personale. Si evidenzia inoltre la focalizzazione geografica dopo il ritiro della cooperazione bilaterale allo sviluppo della DSC dall’America latina.

Il CAS raccomanda alla Svizzera di destinare lo 0,5 per cento del suo reddito nazionale lordo all’aiuto pubblico allo sviluppo e di utilizzare maggiormente i mezzi finanziari a favore dei Paesi più poveri. Il rapporto individua anche un potenziale di miglioramento nel reclutamento e nel mantenimento di personale specializzato nei contesti di crisi. In futuro, i risultati delle valutazioni dovrebbero essere integrati nella pianificazione e nell’attuazione dei progetti in modo ancora più mirato. Infine, si propone un maggiore coordinamento tra la DSC e la SECO nell’ambito della collaborazione con il settore privato. Si raccomanda anche di mantenere il principio della cooperazione non vincolata agli appalti pubblici («untied aid»), in particolare nel programma nazionale per l’Ucraina, e di rafforzare ulteriormente la coerenza della politica di sviluppo.

La DSC, la SECO e la DPDU hanno reagito al rapporto in un parere. I servizi federali responsabili della CI accettano la maggior parte delle raccomandazioni e prendono atto di quattro di esse (quota di APS, comunicazione, «untied aid» e coerenza delle politiche). Il parere chiarisce vari aspetti e spiega che alcune raccomandazioni vanno oltre la CI.

Nell’ambito della «peer review», una delegazione dell’OCSE si è recata in Svizzera nell’ottobre del 2024. Si sono svolti colloqui con il consigliere federale Ignazio Cassis, con rappresentanti della DSC, della SECO, della DPDU, del Parlamento, di altri servizi federali, della società civile e del settore privato. Inoltre, la delegazione si è informata in Zimbabwe e in Sudafrica sull’attuazione dei programmi svizzeri.

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