Il processo di ricostruzione dell’Ucraina è stato avviato, sulla base di un ampio consenso politico, durante la Ukraine Recovery Conference tenutasi nel 2022 a Lugano. In quell’occasione 59 delegazioni di Stati e organizzazioni internazionali hanno approvato la Dichiarazione e i Principi di Lugano, che fungono da guida in questo processo.
Dopo Londra (giugno 2023) è ora il turno di Berlino organizzare la seconda conferenza di follow-up all’URC di Lugano. Il consigliere federale Ignazio Cassis rappresenterà la Svizzera nella capitale tedesca l’11 giugno 2024. «Dobbiamo pensare e agire a breve, medio e lungo termine, unendo le nostre esperienze, i nostri punti di forza e le nostre competenze», ha dichiarato il consigliere federale Ignazio Cassis per spiegare gli obiettivi del cosiddetto processo URC. In altre parole, gli aiuti umanitari, la ricostruzione e le riforme devono essere portati avanti in parallelo.
Alla conferenza di Berlino si discuterà soprattutto di come il settore privato possa essere maggiormente coinvolto per promuovere la crescita economica del Paese e quindi far progredire la ricostruzione. Anche numerose aziende svizzere sono dunque state invitate a partecipare all’URC e saranno presenti in Germania. Verranno inoltre prese in considerazione misure volte a rafforzare il tessuto sociale ucraino e a incentivare lo sviluppo locale e regionale.
Oltre al processo politico di ricostruzione, la Svizzera vuole contribuire alla ricerca di una soluzione al conflitto. Per questo motivo sta organizzando la conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina che si terrà il 15 e 16 giugno 2024 al Bürgenstock. L’obiettivo è avviare un processo di pace proponendo alcuni elementi concreti che permettano di fare passi avanti in questa direzione. Dal febbraio del 2022 il nostro Paese sostiene anche le persone colpite dalla guerra in Ucraina con misure specifiche che vanno dall’invio di aiuti umanitari ai progetti di cooperazione allo sviluppo e agli aiuti finanziari – per esempio per ripristinare infrastrutture energetiche distrutte o per assicurare l’accesso digitale ai servizi statali – fino alla concessione dello statuto S in Svizzera a chi arriva dall’Ucraina in cerca di protezione. La Confederazione si impegna infine per la tutela e la conservazione dei beni culturali. Grazie alla sua presenza di lunga data in Ucraina, la Svizzera può fornire un sostegno diretto ed efficace sul posto, offrendo così un valore aggiunto.
Un esempio è lo sminamento umanitario, che il Consiglio federale ha dichiarato prioritario nel 2023 e per il quale ha stanziato 100 milioni di franchi, messi a disposizione in parti uguali dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Per le operazioni di sminamento umanitario la Svizzera collabora strettamente con il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD) di Ginevra e con organizzazioni come la Fondazione svizzera per lo sminamento (FSD).
Il 12 giugno 2024, durante un panel dell’URC2024 di Berlino, Patricia Danzi, direttrice della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), illustrerà le competenze della Svizzera in questo settore e le sfide da affrontare. Nell’ottobre del 2024 la Svizzera organizzerà a Losanna una conferenza internazionale sullo sminamento umanitario; in questo modo intende sottolineare che la bonifica delle aree civili e agricole è un prerequisito fondamentale per la ricostruzione.
L’URC2024 di Berlino da infine alla delegazione svizzera l’opportunità di partecipare alla riunione della piattaforma di coordinamento multidonatori G7/UE, prevista per il 10 giugno. Da aprile la Svizzera partecipa in qualità di osservatrice a questa piattaforma il cui obiettivo è coordinare le numerose attività necessarie per la ricostruzione dell’Ucraina a livello internazionale.
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