Gaza è al centro dell’attenzione, ma la situazione umanitaria si è deteriorata anche in diverse regioni del mondo a causa di conflitti armati e delle conseguenze del cambiamento climatico. Questo è il caso soprattutto dell’Africa. In Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), per esempio, rispettivamente più di 30 e 21 milioni di persone dipendono dagli aiuti, secondo i dati delle Nazioni Unite. Le necessità aumentano anche in Medio Oriente e in Asia, come nel caso dello Yemen e del Myanmar, che contano ciascuno quasi 20 milioni di persone bisognose di assistenza.
Con la fine dei finanziamenti statunitensi, le organizzazioni umanitarie sono costrette a effettuare scelte difficili sul campo. In molti contesti, ciò significa razionare gli aiuti alimentari, chiudere i centri sanitari o sospendere la distribuzione di medicinali.
Quasi tutto
Alla luce di questi preoccupanti sviluppi, quest’anno la DSC ha già deciso di utilizzare quasi tutto il suo budget residuo per rispondere alle principali catastrofi umanitarie. In concreto, si tratta di 28 milioni di franchi, di cui 13,5 milioni destinati all’Africa e 6,9 milioni al Medio Oriente. La metà di questa somma, cioè 14,5 milioni, sarà devoluta alle operazioni del CICR. L’importo rimanente sarà versato al fondo di emergenza delle Nazioni Unite per sostenere le attività delle organizzazioni locali in contesti particolarmente colpiti da crisi e catastrofi.
Gestiti dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), questi fondi sono in linea con i bisogni identificati nel Global Humanitarian Overview dell’ONU per il 2025.
Questo pagamento arriva a metà dell’anno. Fino alla fine del 2025 la DSC disporrà di 3 milioni di franchi per rispondere a eventuali catastrofi improvvise come terremoti, cicloni o inondazioni. La decisione anticipata di sbloccare questi fondi di emergenza testimonia la gravità degli attuali bisogni umanitari in tutto il mondo.
I mezzi di finanziamento d’emergenza della DSC le consentono di reagire rapidamente a situazioni impreviste o a un improvviso deterioramento di una situazione. La DSC può così sbloccare rapidamente fondi per sostenere la risposta umanitaria, nell’ambito del suo bilancio ordinario. Nel 2025 aveva inizialmente previsto a questo scopo 41 milioni di franchi, a cui ha già fatto ricorso dopo il terremoto in Myanmar alla fine di marzo e all’aggravarsi della crisi nella parte orientale della RDC nel febbraio di quest’anno e in Sudan.
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